sabato 5 gennaio 2013

Gli infedeli - Film completo da Youtube

Titolo: Gli infedeli
Regista: Emmanuelle Bercot Fred Cavayé Alexandre Courtes Jean Dujardin Michel Hazanavicius Eric Lartigau Gilles Lellouche
Attori principali: Jean Dujardin, Guillaume Canet, Mathilda May, Sandrine Kiberlain, Alexandra Lamy, Gilles Lellouche, Charles Gérard, Isabelle Nanty, Lionel Abelanski, Manu Payet, Géraldine Nakache, Clara Ponsot, Aina Clotet, David Allen Cluck, Luca Lombardi, Cherry Vercher, Maëva Pasquali, Johanna Nizard, Partha Majumder, Julien Leprise,
Genere: commedia
Durata: 109 minuti

Fred e Greg, Olivier e Nicolas, Bernard, François, Laurent e Antoine, Eric e James sono le tante maschere dietro le quali si muovono Jean Dujardin e Gilles Lellouche in "sei piccoli film" sull'infedeltà degli uomini. Voluta dall'attore dell'anno con la complicità del collega, amico di lunga data, questa carrellata di variazioni sul tema guarda compiacente al cinema italiano ad episodi di Dino Risi e contemporanei, ma questa volta non è tanto la formula a sketch ad aver passato la data di scadenza quanto il narcisismo dei due interpreti e sceneggiatori. Tanto più che la varietà proposta non è tale da far sgranare gli occhi, al contrario: alla molteplicità di situazioni fa da freno un deprimente denominatore comune per cui, alla fine dei conti, tanto i machi alla ricerca esplicita di avventure extraconiugali quanto i sedotti serialmente quasi contro la loro volontà, rispondono a un archetipo di teneri perdenti, tristi, soli o al limite accompagnati tra loro, spesso più oggetti - nelle mani di una ragazzina che gioca a fare la femme fatale o di una dipendenza che non trova cura - che non soggetti di una scelta consapevole o gestibile. Se serve a poco il camaleontismo sfrenato dei due protagonisti per uscire dal tunnel della loro sovraesposizione forzata, conforta, invece, l'alternanza dei registi e dei registri e la presenza di un paio di volti noti disposti a prendersi dichiaratamente poco sul serio in nome della commedia di costume, come quelli di Guillame Canet e Sandrine Kimberlain. Passandoli in rassegna, dunque, si osserva come il "Prologo" di Cavayé abbia il pregio di tentare di imporre, attorno a un copione sbagliato e logorroico, uno spettacolo controverso, appositamente disturbante, letteralmente "discutibile", ma anche come nessuno dei registi che seguono colga la palla, lasciando il suo appello senza ascolto. Gli episodi firmati Alexandre Courtès, invece, pur nel loro essere i più grevi, non ricorrono se non altro a nessuna filosofica foglia di fico e scelgono di presentarsi "nudi", lasciando che siano l'inquadratura e una battuta di dialogo a illuminare il lato ironico o grottesco della scena: ma sono francobolli e finiscono in barzelletta. Il risultato migliore - soltanto nel contesto di riferimento - è forse "Gli infedeli anonimi", dove Courtès ha più tempo a disposizione e dove la centralità di una figura femminile adulta (la Kimberlain, appunto) offre per la prima e unica volta una visuale diversa sui fatti: la donna resta sfortunatamente portatrice di un'istanza tesa a castrare l'esuberanza maschile ma se non altro con leggerezza e con sofferta partecipazione. Hazanavicious ("La coscienza pulita") e Lartigau ("Lolita") sono prolissi e scolastici, mentre la Bercot ("La domanda") e la coppia Dujardin-Lellouche ("Las Vegas") si contendono il primato del peggiore.

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