Titolo: Io non ho paura
Regista: Gabriele Salvatores
Attori principali: Diego Abatantuono, Dino Abbrescia, Aitana Sánchez-Gijón, Giuseppe Cristiano, Mattia Di Pierro,
Genere: drammatico
Durata: 95 minuti
Regista: Gabriele Salvatores
Attori principali: Diego Abatantuono, Dino Abbrescia, Aitana Sánchez-Gijón, Giuseppe Cristiano, Mattia Di Pierro,
Genere: drammatico
Durata: 95 minuti
Michele, dieci anni, frequenta la quinta elementare e vive ad Acqua Traverse, un minuscolo borgo rurale della Basilicata. Con la sorella più piccola e altri amici fanno una corsa in mezzo al grano. A casa ci sono la mamma e il papà, che non è sempre presente a causa del suo mestiere di camionista. Giocando con gli amici nei pressi di una casa abbandonata, decidono chi deve fare la penitenza, che toccherebbe a Michele, arrivato ultimo per aiutare la sorella in difficoltà, ma a seguito di una votazione viene deciso che tocchi a una loro amica, Barbara. La penitenza è quella di abbassarsi le mutandine davanti a questi ultimi. Proprio all'ultimo Michele salva la ragazza dal gesto imbarazzante e decide di fare lui la penitenza.
Quando tutto il gruppo torna verso casa, Michele si accorge di aver dimenticato gli occhiali della sorella nella casa abbandonata, quindi torna indietro, scoprendo una lastra di lamiera che, incuriosito, solleva vedendo un buco, e in fondo un piede che esce da una coperta.
Dopo lo spavento iniziale, nei giorni seguenti torna sul luogo e scopre che quel piede appartiene a un bambino come lui, biondo e delicato, quasi cieco per il buio, ridotto a uno stato selvaggio. Nelle successive visite gli porta da mangiare, gli parla, gli ridà una speranza. Una sera il telegiornale racconta la scomparsa di Filippo Carducci, rapito a Milano. Michele capisce che questo Filippo è proprio il bambino con cui ha fatto amicizia. Arriva a casa un tale, Sergio il milanese, alla guida della banda di rapitori, la quale comprende tutti gli uomini del minuscolo borgo, compresi i genitori di Michele. Col passare del tempo, il cerchio delle indagini si stringe e gli elicotteri dei carabinieri cominciano a perlustrare l'area. Sopraggiunge il panico tra i rapitori, i quali decidono di sopprimere l'ostaggio. Michele corre per liberare Filippo: riesce a spingerlo fra i campi cercando di farlo fuggire, ma Michele stesso rimane intrappolato. Nel frattempo sopraggiunge il padre che non esita a sparare al bambino, non accorgendosi che in realtà è suo figlio Michele. Gli elicotteri dei carabinieri illuminano il milanese che viene arrestato, mentre il padre ha il figlio ferito in braccio e il piccolo Filippo salvo a poca distanza. Il film sfuma sull'immagine di Michele, ferito ma sorridente, e l'ormai salvo Filippo in procinto di darsi la mano.
Dopo lo spavento iniziale, nei giorni seguenti torna sul luogo e scopre che quel piede appartiene a un bambino come lui, biondo e delicato, quasi cieco per il buio, ridotto a uno stato selvaggio. Nelle successive visite gli porta da mangiare, gli parla, gli ridà una speranza. Una sera il telegiornale racconta la scomparsa di Filippo Carducci, rapito a Milano. Michele capisce che questo Filippo è proprio il bambino con cui ha fatto amicizia. Arriva a casa un tale, Sergio il milanese, alla guida della banda di rapitori, la quale comprende tutti gli uomini del minuscolo borgo, compresi i genitori di Michele. Col passare del tempo, il cerchio delle indagini si stringe e gli elicotteri dei carabinieri cominciano a perlustrare l'area. Sopraggiunge il panico tra i rapitori, i quali decidono di sopprimere l'ostaggio. Michele corre per liberare Filippo: riesce a spingerlo fra i campi cercando di farlo fuggire, ma Michele stesso rimane intrappolato. Nel frattempo sopraggiunge il padre che non esita a sparare al bambino, non accorgendosi che in realtà è suo figlio Michele. Gli elicotteri dei carabinieri illuminano il milanese che viene arrestato, mentre il padre ha il figlio ferito in braccio e il piccolo Filippo salvo a poca distanza. Il film sfuma sull'immagine di Michele, ferito ma sorridente, e l'ormai salvo Filippo in procinto di darsi la mano.
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