Titolo: La carbonara
Regista: Luigi Magni
Attori principali: Valerio Mastandrea, Nino Manfredi, Claudio Amendola, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Fernando Cerulli, Anna Lelio, Duccio Giordano, Alberto Alemanno,
Genere: storico
Durata: 105 minuti
Regista: Luigi Magni
Attori principali: Valerio Mastandrea, Nino Manfredi, Claudio Amendola, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Fernando Cerulli, Anna Lelio, Duccio Giordano, Alberto Alemanno,
Genere: storico
Durata: 105 minuti
Giocato sul doppio senso di "Carbonara" come piatto di spaghetti e società segreta massonica, il film mostra un’avvenente e apparentemente fredda nobildonna romana (Lucrezia Lante della Rovere) caduta in disgrazia, occuparsi delle sorti di un carbonaro e preoccuparsi della sua fuga con la complicità di un bandito dal cuore d’oro (Claudio Amendola). La donna gestisce anche una trattoria rinomata per il piatto forte della casa. La carbonara, appunto.
In quest’attività si ritrova dopo aver venduto ogni suo bene per riscattare il marito, rapito a scopo di estorsione e mai più tornato. Un giorno lo ritrova nelle vesti di un frate, proprio mentre quest’ultimo tenta di salvare la vita ad un amante della donna. Si scopre che entrambi sono (o sono stati) carbonari, servi (se non proprio schiavi) della causa. Entrambi hanno sacrificato la vita ai loro ideali, ma non solo la loro esistenza è stata sconvolta: lo è stata anche quella della stessa Carbonara, che si ritrova al centro delle velleità libertarie dei tanti uomini che si riempiono la bocca di belle parole, ma poi, nei fatti, si rivelano inetti ed inconcludenti. Su tutto questo, vigila la singolare figura di un Cardinale (Nino Manfredi) che si interroga sull’opportunità di un rinnovamento del potere temporale, per quanto si accorga che i tempi stiano mutando in fretta. La donna alla fine fugge, sul cavallo dell’ussaro/carbonaro che aveva contribuito a salvare all’inizio del film.
In quest’attività si ritrova dopo aver venduto ogni suo bene per riscattare il marito, rapito a scopo di estorsione e mai più tornato. Un giorno lo ritrova nelle vesti di un frate, proprio mentre quest’ultimo tenta di salvare la vita ad un amante della donna. Si scopre che entrambi sono (o sono stati) carbonari, servi (se non proprio schiavi) della causa. Entrambi hanno sacrificato la vita ai loro ideali, ma non solo la loro esistenza è stata sconvolta: lo è stata anche quella della stessa Carbonara, che si ritrova al centro delle velleità libertarie dei tanti uomini che si riempiono la bocca di belle parole, ma poi, nei fatti, si rivelano inetti ed inconcludenti. Su tutto questo, vigila la singolare figura di un Cardinale (Nino Manfredi) che si interroga sull’opportunità di un rinnovamento del potere temporale, per quanto si accorga che i tempi stiano mutando in fretta. La donna alla fine fugge, sul cavallo dell’ussaro/carbonaro che aveva contribuito a salvare all’inizio del film.
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