Titolo: Indovina perchè ti odio
Regista: Sean Anders
Attori principali: Adam Sandler, Leighton Meester, James Caan, Andy Samberg, Milo Ventimiglia, Vanilla Ice, Luenell, Ian Ziering, Blake Clark, Meagen Fay, Tony Orlando, Will Forte, Rachel Dratch, Eva Amurri, Susan Sarandon, Dan Patrick,
Genere: commedia
Durata: 115 minuti
Regista: Sean Anders
Attori principali: Adam Sandler, Leighton Meester, James Caan, Andy Samberg, Milo Ventimiglia, Vanilla Ice, Luenell, Ian Ziering, Blake Clark, Meagen Fay, Tony Orlando, Will Forte, Rachel Dratch, Eva Amurri, Susan Sarandon, Dan Patrick,
Genere: commedia
Durata: 115 minuti
Quando era ancora un bambino Donny ha avuto una relazione con una delle sue professoresse. Risultato? Trent'anni di carcere per lei e un bambino che è cresciuto con un padre casinista e assente. Adesso però l'uomo si trova in seria difficoltà economica, ed è costretto a rintracciare il figlio che non vede da anni. Soltanto che Todd si trova alla vigilia delle nozze con la bella Jamie, e ha fatto credere alla ricca famiglia di lei di essere orfano.
L'inaspettato arrivo del problematico genitore provocherà una reazione a catena di proporzioni catastrofiche. C'è stato un periodo nella carriera di Adam Sandler, durato non molti anni, in cui sembrava che la star volesse impegnarsi a variare il suo personaggio comico e proporne delle sfaccettature più drammatiche e malinconiche. Film come Ubriaco d'amore, Spanglish, Reign Over Me e Funny People stanno a dimostrare la bontà artistica di questo tentativo. Purtroppo però il botteghino non ha sorriso all'iniziativa in nessuno dei casi sopra citati, e così Sandler è tornato a rintanarsi nei "tipi fissi" e nelle commedie ridanciane che funzionavano così bene nel mercato interno. Il fatto è che se in passato l'attore e la sua casa di produzione Happy Madison avevano sfornato lungometraggi di discreta resa e sicuro divertimento come 50 volte il primo bacio o L'altra sporca ultima meta, nell'ultimo periodo i prodotti sono diventati tristemente ripetitivi e superficiali.
Se il precedente Jack and Jill era francamente inguardabile, quest'ultimo Indovina perché ti odio riesce quasi a ottenere lo stesso deprecabile effetto. Il fatto è che il "Sandler touch" ormai sembra limitarsi a credere che per costruire un personaggio comico basti accumulare una serie di gag il più possibile volgari e scandalosamente oscene per farlo risultare efficace. La sceneggiatura di questo film infatti fa soltanto questo, accumula situazioni scurrili una dopo l'altra, fino al parossistico finale. Nessuna delle figure messe in scena è caratterizzata in alcun modo, neppure il minimo indispensabile per renderla almeno definita. In questo modo risulta anche complicato giudicare le prove d'attore dello stesso protagonista oltre che di Andy Samberg, Leighton Meester e di tutti gli altri caratteristi. La vena creativa di Adam Sandler sembra in fase calante, se non addirittura esaurita. Anche il pubblico americano, sempre fedele, sta cominciando ad abbandonarlo. Come Jack and Jill, anche Indovina perché ti odio non ha incassato quanto i suoi precedenti film. Occorre correre ai ripari ed escogitare qualcosa di nuovo, magari più fresco oppure semplicemente tornare al cinema funzionale e ideato con intelligenza dei suoi successi più grandi. Lo speriamo per un attore che, nonostante adesso appaia impigrito, apprezziamo proprio per quei tentativi più seri che lo hanno deluso in passato.
L'inaspettato arrivo del problematico genitore provocherà una reazione a catena di proporzioni catastrofiche. C'è stato un periodo nella carriera di Adam Sandler, durato non molti anni, in cui sembrava che la star volesse impegnarsi a variare il suo personaggio comico e proporne delle sfaccettature più drammatiche e malinconiche. Film come Ubriaco d'amore, Spanglish, Reign Over Me e Funny People stanno a dimostrare la bontà artistica di questo tentativo. Purtroppo però il botteghino non ha sorriso all'iniziativa in nessuno dei casi sopra citati, e così Sandler è tornato a rintanarsi nei "tipi fissi" e nelle commedie ridanciane che funzionavano così bene nel mercato interno. Il fatto è che se in passato l'attore e la sua casa di produzione Happy Madison avevano sfornato lungometraggi di discreta resa e sicuro divertimento come 50 volte il primo bacio o L'altra sporca ultima meta, nell'ultimo periodo i prodotti sono diventati tristemente ripetitivi e superficiali.
Se il precedente Jack and Jill era francamente inguardabile, quest'ultimo Indovina perché ti odio riesce quasi a ottenere lo stesso deprecabile effetto. Il fatto è che il "Sandler touch" ormai sembra limitarsi a credere che per costruire un personaggio comico basti accumulare una serie di gag il più possibile volgari e scandalosamente oscene per farlo risultare efficace. La sceneggiatura di questo film infatti fa soltanto questo, accumula situazioni scurrili una dopo l'altra, fino al parossistico finale. Nessuna delle figure messe in scena è caratterizzata in alcun modo, neppure il minimo indispensabile per renderla almeno definita. In questo modo risulta anche complicato giudicare le prove d'attore dello stesso protagonista oltre che di Andy Samberg, Leighton Meester e di tutti gli altri caratteristi. La vena creativa di Adam Sandler sembra in fase calante, se non addirittura esaurita. Anche il pubblico americano, sempre fedele, sta cominciando ad abbandonarlo. Come Jack and Jill, anche Indovina perché ti odio non ha incassato quanto i suoi precedenti film. Occorre correre ai ripari ed escogitare qualcosa di nuovo, magari più fresco oppure semplicemente tornare al cinema funzionale e ideato con intelligenza dei suoi successi più grandi. Lo speriamo per un attore che, nonostante adesso appaia impigrito, apprezziamo proprio per quei tentativi più seri che lo hanno deluso in passato.
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