domenica 24 marzo 2013

Li chiamarono briganti! - Film completo da Youtube

Titolo: Li chiamarono briganti!
Regista: Pasquale Squitieri
Attori principali: Claudia Cardinale, Enrico Lo Verso, Giorgio Albertazzi, Roberta Armani, Branko Tesanovic, Carlo Croccolo, Paul Müller, Salvatore Billa, Franco Nero, Victoria Zinny, Luigi Montini, Giuseppe Marrocu, Remo Girone, Franco Javarone, Lina Sastri, Francesco Capitano, Carlo Mucari, Santo Bellina, Francesca Chiarantano, Emanuela Garuccio, Ennio Coltorti, Salvatore Puntillo,
Genere: storico
Durata: 129 minuti
Con la caduta del Regno delle Due Sicilie e la sua annessione al regno d'Italia, il sud Italia viene logorato da un sanguinario scontro che vede contrapporsi l'esercito italiano fedele al re Vittorio Emanuele II e gruppi di insurrezionalisti, composti perlopiù da braccianti disperati e militari del decaduto regno borbonico, etichettati "briganti" dalla storiografia maggioritaria. Tra i rivoltosi del meridione si distingue Carmine Crocco, un popolano originario di Rionero in Vulture. Tornato al proprio paese, Crocco scopre che il potere ha sempre la stessa faccia: con il nuovo governo sabaudo, la situazione economica e sociale non è affatto cambiata e la classe dominante ha le mani libere per speculare ed opprimere la gente, vedendo un profondo disagio negli occhi dei suoi compaesani. Crocco, già ricercato per aver ucciso un uomo che aveva umiliato sua sorella, ha combattuto con Garibaldi, sperando di ottenere l'amnistia e un posto nella Guardia Nazionale Italiana come promesso dal nuovo governo. Ma la parola non viene mantenuta e Crocco è rinchiuso in carcere ma con l'aiuto della chiesa e di notabili fedeli ai Borbone viene subito liberato. Crocco è amareggiato per la promessa mancata del nuovo governo e gli esponenti legittimisti, vedendo in lui una grande dote di leader, lo convincono a diventare il capo della resistenza antiunitaria. Sposando la causa dei Borbone, Crocco comanda un esercito composto prevalentemente da persone disagiate e con l'appoggio dei suoi ausiliari Ninco Nanco, Caruso e la sua consorte Filomena, conquista varie città della sua zona, tra cui Rionero e Melfi, in nome del re Francesco II.

Intanto, il nuovo governo incarica il generale Enrico Cialdini di eliminare il brigantaggio. Cialdini si distingue con metodi implacabili: ordina l'arresto dei briganti e di chiunque avesse rapporti con loro, impone stermini di massa (ove non vengono risparmiati neanche donne e bambini) e sequestri di beni di prima necessità per il popolo. I suoi metodi crudeli vengono contestati dal caporale dei carabinieri Nerza, sebbene costretto ad obbedire agli ordini superiori, ma ciò non distoglie Cialdini dal suo obiettivo. Crocco riceve il generale spagnolo José Borjes, mandato dal generale borbonico Tommaso Clary per conto di Francesco II, con l'obiettivo di trasformare la banda del brigante in un vero e proprio esercito. Tra i due però i rapporti sono precari e, nonostante alcuni successi in battaglia, il sodalizio durerà poco, poiché Crocco si sente sfruttato e strumentalizzato dal governo borbonico in esilio, decidendo così di interrompere la collaborazione con il generale e tornare nei boschi. Intanto Caruso sparisce all'insaputa di tutti, costituendosi presso le autorità sabaude e sperando in un provvedimento di misericordia nei suoi confronti. Essendo a conoscenza dei rifugi e delle tattiche dei briganti, Caruso rappresenta un componente essenziale per infliggere un duro colpo alle bande e così viene affidato al caporale Nerza per condurre i soldati piemontesi nel loro covo. Il suo tradimento porta alla decimazione dei gruppi di cui era parte e molti dei suoi ex compagni d'armi, compreso Ninco Nanco, vengono eliminati. Davanti ad una battaglia persa, per Crocco l'unica via per mettersi in salvo è la fuga.

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